Tanti Auguri presidente Pellissier!
Oggi compie 45 anni il nostro presidente Sergio Pellissier. Auguri Pres! Per l’occasione abbiamo fatto una bella chiacchierata a 360° sulla sua carriera da calciatore e non solo.
45 anni vissuti correndo, da calciatore a dirigente. Se dovessimo fare un primo bilancio, come definiresti in tre parole questi anni?
“Carriera molto positiva: sicuramente è stata una carriera sempre con l’obiettivo di raggiungere il massimo a cui potevo ambire. Sono contento di tutto quello che mi è arrivato, sia le cose positive che quelle negative”.
Le 10 date fondamentali di questo tuo percorso umano e sportivo.
- “22 settembre 2002: l’esordio in Serie A con il Chievo contro il Brescia: un’emozione unica, mi sono reso conto di aver raggiunto un sogno che mi ero prefissato fin da bambino;
- 3 novembre 2002: il primo gol in Serie A, che è avvenuto a Parma. Non dovevo nemmeno essere convocato per quella partita, ero diventato ormai la quinta punta, invece con una squalifica e un infortunio Delneri mi portò in panchina. A 14 minuti dalla fine mi ha fatto entrare e ho fatto gol all’ultimo secondo, dando al Chievo la vittoria. Una gioia incredibile;
- in negativo la retrocessione nel 2007. La cosa positiva è che l’anno dopo, nella stagione 2007/08, in Serie B sono diventato capitano del Chievo, ottenendo subito la nuova promozione in Serie A, con mio gol nella partita vinta contro il Vicenza;
- 5 aprile 2009: la tripletta contro la Juventus. Era già difficile fare tre gol a Buffon, farli in casa della Juventus era ancora più complicato;
- 6 giugno 2009: l’esordio in Nazionale con gol. Indossare la maglia dell’Italia è il sogno di tutti i ragazzini quando iniziano a giocare a calcio. Essere riuscito ad esordire a 30 anni, a segnare e a farlo davanti ai miei genitori e mia moglie, credo che sia stata un’emozione unica;
- i gol nei derby: il 10 maggio 2015, il mio primo gol nel derby contro l’Hellas Verona finito 2 a 2, e il 22 ottobre 2017 la rete decisiva nella vittoria per 3 a 2;
- 18 ottobre 2015: il gol di tacco contro il Genoa a Marassi, uno dei miei gol più belli, anche se alla fine abbiamo perso;
- l’addio al calcio, le ultime tre giornate: il 13 maggio 2019 a San Siro quando tutto lo stadio mi ha dedicato la standing ovation, con i tifosi che si sono alzati tutti in piedi quando sono entrato, un’emozione unica. Il 19 maggio 2019 in casa al Bentegodi con la Sampdoria l’addio davanti ai miei tifosi: una giornata triste, pioveva, non c’era il pienone, però il fatto che ci fossero tutte le persone che mi hanno voluto bene e a cui ho voluto bene, nel giorno in cui davo l’addio anche al Bentegodi, è stato triste ma al contempo bello. Il 25 maggio 2019 l’ultima partita da calciatore in Serie A, dove ho avuto l’applauso di tutti i tifosi del Frosinone. Vuol dire che hai lasciato qualcosa di positivo anche alle altre squadre;
- il nuovo inizio con la Clivense: il 16 settembre 2021 nasce il progetto FC Clivense, il 13 aprile 2022 la partita con la maglia della Clivense contro il Pozzo, l’ultima mia partita in assoluto. Avevo promesso ai tifosi che avrei fatto anch’io almeno una partita, per dire di aver partecipato a questo nuovo progetto. Si è messo tutto nel modo giusto per farmi fare questa presenza in piena serenità e potendo festeggiare sul campo un po’ tutto: i miei gol, la mia presenza e soprattutto la vittoria del campionato. È stata la ciliegina sulla torta. Infine il 24 giugno 2023 la storica promozione in Serie D”.
Quali gli incontri e le persone che hanno segnato i passaggi più importanti?
“Indubbiamente penso a Giovanni Sartori, colui che mi ha scoperto, che ha creduto in me anche quando non ero neanche calciatore. Mi ha fatto crescere, insegnato certe cose, trattandomi nel modo in cui un genitore dovrebbe trattare i propri figli. Positivo ma anche severo quando le cose non andavano bene. Mi ha fatto maturare, un amico ancora adesso con cui mi piace chiacchierare quando riusciamo. Non sarei arrivato dove sono ora senza i miei genitori e la mia famiglia. Nei momenti di difficoltà o quando devi iniziare un’avventura importante, hai bisogno che le persone si fidino di te e ti diano la possibilità di fare le tue esperienze. Ho avuto la fortuna di avere dei genitori bravi a lasciarmi andare quando c’erano poche aspettative, ed essere riuscito ad ottenere quello che ho ottenuto è la cosa che mi rende più orgoglioso, restituendo loro la fiducia riposta in me e dandogli la gioia di poter dire che loro figlio ha raggiunto qualcosa di importante nella sua vita”.
Il goal che più hai amato? La partita migliore che ricordi?
“I gol sono tutti belli, dipende dal risultato, dalla situazione, dal momento in cui ti trovi, dal periodo che stai affrontando. I gol li ho amati tutti, non ne ho uno preferito in particolare. Certo se fai gol al 92° in casa contro l’Inter è bello, se fai tripletta alla Juventus pure, uguale se fai gol di tacco, anche se poi perdi, ma è strepitoso. Ci sono tante situazioni, se devo proprio sceglierne uno, dico quello in Nazionale, perché non mi sarebbe più ricapitato di indossare la maglia azzurra, non avrei avuto più altre possibilità di farlo. Riuscire a segnare in quei 22 minuti in cui ho giocato mi rimane forse più dentro degli altri.
La partita più memorabile quella con la Juve, non avevo mai segnato alla Juventus, non me ne avevano mai concesso uno valido. Era l’unica squadra alla quale non avevo ancora fatto gol. Sono riuscito a farne tre in un colpo solo. È l’unica tripletta che ho fatto in carriera”.
Tutti i numeri di Pellissier.
“31: quando sono arrivato al Chievo, ho dovuto scegliere quel numero. Mi avevano chiesto i miei numeri preferiti: l’11 non potevo prenderlo perché ce l’aveva già Marazzina, poi avevo scelto il 21 ma quando arrivò Bierhoff mi chiese di lasciarglielo. Allora ho preso il 31, l’età di mia moglie allora. Sono un abitudinario, mi piaceva avere un bel ricordo con il mio numero di maglia e quindi poi non l’ho più cambiato. 176 gol totali in carriera. Primatista di presenze (459) e reti (112) in Serie A con il Chievo. Marcatore più anziano del Chievo in Serie A (39 anni e 290 giorni). Primatista di presenze con il Chievo (517).
Sono tanti i record con il Chievo: ho il maggior numero di presenze con la fascia di capitano, il miglior goleador tra i professionisti, il maggior goleador in una stagione in Serie B, il maggior goleador in Serie A, quello con più presenze in Serie A, il marcatore più prolifico nei derby (4 reti). Ce ne sono tanti, sono cose belle perché rimangono per sempre come ricordi ed è forse la motivazione per cui non sono mai andato via. Perché volevo lasciare qualcosa di indelebile nella squadra in cui sono cresciuto”.
Cosa ti auguri per questo compleanno?
“Desidero che i progetti a cui stiamo lavorando e che stiamo cercando di ottenere vadano avanti il più possibile, man mano che avanziamo con la Clivense che si concretizzino tutte le cose a cui teniamo insieme ai nostri tifosi”.